Zimbabwe / Mnangagwa torna ad Harare: domani giura

Zimbabwe

«Ero fuggito perché volevano uccidermi. Oggi invece sono con voi testimone dell’inizio di una nuova evoluzione democratica nel nostro Paese » . Dopo circa due settimane di esilio nel vicino Sudafrica, Emmerson Mnangagwa è rientrato ieri in Zimbabwe per assumere, già domani, il ruolo di presidente. L’ex vice-presidente ha quindi parlato ad Harare alla folla in serata davanti all’entrata della sede dello Zanu-Pf, il partito al potere. «La volontà delle persone riuscirà sempre ad avere successo – ha continuato –. Ringrazio inoltre il Parlamento, l’esercito e i funzionari per l’aiuto che mi hanno dato in questi giorni».

Lo Zimbabwe ha chiuso un’era. Mnangagwa avrà infatti il duro compito di cambiare la faccia del Paese dopo 37 anni di dittatura. «Tutti sperano che il nuovo sistema politico dell’era post Mugabe porti vere opportunità di sviluppo, soprattutto per le giovani generazioni», ha detto all’agenzia Fides fratel Alfonce Kugwa, esponente della Conferenza episcopale dello Zimbabwe.

Robert Mugabe ha dato le dimissioni martedì scorso provocando urla di gioia da gran parte della popolazione. Gli analisti, però, restano cauti rispetto al nuovo leader, soprannominato “il coccodrillo” per la spregiudicatezza dimostrata quando era a capo dei servizi di sicurezza.

«Speriamo che la popolazione non abbia cacciato un dittatore per guadagnarne un altro», scrivevano ieri i media internazionali. L’ex vice-presidente era considerato il logico successore alla presidenza prima di essere licenziato, grazie alle pressioni della First Lady, Grace Mugabe. Da alcune settimane, infatti, le frizioni interne al partito si erano accentuate. L’esercito è intervenuto militarmente per sedare gli animi e negoziare una pacifica transizione politica in vista delle elezioni previste per la metà del 2018.

Matteo Fraschini Koffi per AVVNIRE - 23 novembre 2017 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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