Credit Suisse nella bufera esce da nove Stati africani

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LOME', Togo  - La seconda più importante banca svizzera, Credit Suisse (Cs), ha annunciato la sua uscita da nove Stati dell’Africa subsahariana eccetto il Sudafrica.

La exit strategy arriva proprio in un momento in cui Credit Suisse torna nella bufera. Secondo un’inchiesta condotta dall’Organized Crime and Corruption Reporting Project (Occrp), consorzio di 47 media internazionale che include testate internazionali capitanate da The Guardian e pubblicata in Italia da La Stampa, la banca svizzera avrebbe gestito almeno 18mila conti che fanno riferimento ad attività criminali, violazioni dei diritti umani o soggetti sottoposti a sanzioni. Le informazioni fanno riferimento a conti e depositi di importo complessivo superiore a 100 miliardi di dollari, ospitati dall’istituto tra gli anni Quaranta del secolo scorso e la fine degli anni 2010.

Quanto all’Africa, al momento sono in corso i negoziati con la Barclays rispetto all’acquisizione degli asset. «Abbiamo firmato un accordo privato bancario per proporre i nostri clienti alla Barclays – ha confermato Cs in una nota a inizio febbraio –. La banca britannica potrebbe quindi acquisire un volume di asset fino a 2,5 miliardi di dollari». Dal Ghana alla Costa d’Avorio, dal Botswana al Kenya, passando attraverso le Mauritius, Nigeria, Seychelles, Tanzania e Zambia, sono questi i Paesi coinvolti in tale operazione che probabilmente richiederà alcune settimane se non mesi. I principali asset su cui accordarsi riguardano il settore della gestione patrimoniale ( wealth assets), appartenenti in gran parte ad individui con grandi somme di denaro nelle banche di questi Stati africani. «Si tratta di un processo delicato senza un termine fisso di tempo – hanno spiegato alcune fonti all’agenzia di stampa Bloomberg –. L’accordo finale dipenderà da quanti clienti di Cs decideranno di trasferire i loro prodotti finanziari verso la Barclays».

Secondo gli esperti, la nuova strategia di Cs pubblicamente adottata lo scorso novembre quando molti dei suoi clienti sono stati trasferiti alla rivale francese, BNP Paribas, provocherà diversi cambiamenti nel futuro prossimo a livello internazionale. La banca svizzera è stata oggetto già di diversi scandali negli ultimi anni come la perdita di oltre 6 miliardi di dollari negli affari 'Archegos Capital' e 'Greensill' e la corruzione riscontrata nel caso di finanziamenti per oltre 1 miliardo di dollari verso un controverso progetto marittimo in Mozambico. Inoltre ci sono state le accuse di riciclaggio di denaro sporco con la mafia bulgara, lo spionaggio di uno dei suoi dipendenti di alto livello e il recente licenziamento del direttore, Antonio Horta-Osorio, il quale non aveva rispettato le regole della quarantena legate alla pandemia di coronavirus. L’uscita dai mercati africani a favore della Barclays ha come obiettivo l’alleggerimento dei costi che Cs sta pagando in questo periodo turbolento. Intorno al 2017 ha comunque ridotto i suoi investimenti nel continente africano con l’ex direttore, Jes Staley, «per focalizzarsi sugli affari con Londra e New York». Sia l’istituzione bancaria svizzera che quella britannica continueranno con le loro operazioni in Sudafrica in gran parte legate al settore degli investimenti bancari.

Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 22 febbraio 2022 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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