SUD SUDAN / I vescovi denunciano le atrocità negli scontri «Commessi crimini di guerra su base etnica»

Sud Sudan

NAIROBI, Kenya - Le violenze in gran parte del territorio sudsudanese , dove il conflitto sta prendendo una dimensione sempre più interetnica, non sembrano avere tregua. «In Sud Sudan si uccide in base all’etnia – recita una nota dei vescovi sudsudanesi inviata ieri all’agenzia Fides –-. Continuano in tutto il Paese gli omicidi, gli stupri, gli sfollamenti forzati, gli assalti alle chiese e le devastazioni delle proprietà». I due principali rivali, il presidente di etnia dinka, Salva Kiir, e l’ex vice-presidente di etnia nuer, Riek Machar, non hanno dimostrato alcuna volontà nel rispettare l’accordo di pace firmato nel 2015. Risultato: le dinamiche di tale conflitto si stanno inasprendo. «La discriminazione dipende dall’etnia – continua il comunicato della Conferenza episcopale –. Si tratta di forme di punizioni collettive proibite dalla Convenzione di Ginevra. Sono veri e propri crimini di guerra su base etnica». Sono state, inoltre, denunciate persecuzioni contro sacerdoti e religiosi. Da quando il conflitto iniziò nel dicembre del 2013, sono «almeno 3 milioni gli sfollati e 1,5 milioni i rifugiati», stimano le Nazioni Unite. Per portare consolazione al popolo ferito dalla spirale di scontri e violenza, i vescovi sudsudanesi hanno detto che papa Francesco spera di visitare il Paese entro la fine dell’anno. Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 25 febbraio 2017

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Matteo Fraschini Koffi - Giornalista Freelance