Il Centrafrica rielegge Touadéra Ma i ribelli controllano Bangassou

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DAKAR, Senegal - Resta alta la tensione in alcune aree della Repubblica Centrafricana. Le autorità locali e la Missione Onu nel Paese (Minusca) hanno confermato ieri la capitolazione di Bangassou, una cittadina strategica

che si trova 750 chilometri a est della capitale, Bangui, al confine con la Repubblica democratica del Congo (Rdc). Resta comunque difficile verificare il numero delle vittime. «I ribelli hanno lanciato l’attacco all’alba di domenica e ora si trovano ovunque in città – ha riferito ieri un comunicato della Minusca –. I combattimenti stanno continuando in diverse zone dell’area». Mentre i risultati provvisori delle elezioni presidenziali diffusi ieri danno in testa con il 53,9% il presidente uscente, Faustin-Archange Touadéra, gran parte della popolazione centrafricana vive nella paura. La seconda guerra civile, iniziata alla fine del 2012, è stata caratterizzata da diversi accordi di pace che non hanno avuto l’effetto desiderato.

Contrariamente a quello che era successo in passato, quando il conflitto aveva in parte una dimensione religiosa, ora molti gruppi armati islamici e cristiani si sono uniti per combattere contro il governo. Alcuni occupano varie città del territorio senza, per il momento, causare violenze. Altri stanno invece scontrandosi con caschi blu, l’esercito centrafricano, e soldati russi, ruandesi e francesi. «Ora dovremo ricominciare da capo molti dei progetti di ricostruzione avviati in questa città – ha spiegato all’Agenzia Fides con amarezza monsignor Juan José Aguirre Muñoz, vescovo di Bangassou –. Ci sono vari traumi che devono essere curati e il Cristo sofferente è dietro ogni choc post-traumatico». Molti residenti avevano attraversato il fiume Mbomou la sera prima dell’attacco e ora sono rifugiati a Ndu, nella Repubblica democratica del Congo. «Stiamo analizzando l’attuale situazione per offrire assistenza alle strutture situate su entrambe le sponde del fiume – ha affermato ieri ad Avvenire Emmaneul Lampeart, capo missione di Medici senza frontiere (Msf) in Centrafrica –. Vogliamo aumentare il nostro supporto con risorse umane, medicine e vaccini per gli sfollati». Una coalizione di ribelli, appartenenti sia alla comunità islamica che musulmana, sta spingendo da alcune settimane per conquistare Bangui. L’ex presidente centrafricano, François Bozizé, è stato accusato da Touadéra, un tempo suo alleato, di voler effettuare un colpo di Stato.

Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 4 gennaio 2021 © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tags: avvenire cronaca politica

Matteo Fraschini Koffi - Giornalista Freelance