Questione di razza L’America, il conflitto razziale e noi

DAKAR, Senegal - I disordini scoppiati in America all’indomani dell’uccisione del 47enne afro-americano George Floyd da parte della polizia di Minneapolis, hanno riportato alla ribalta la mai risolta questione razziale negli Stati Uniti. Dopo le sommosse degli anni 60, in particolare all’indomani dell’uccisione di Martin Luther King

, degli anni 90 con i disordini di Los Angeles, negli ultimi anni si è registrato un forte crescendo di tensioni. Neanche sotto il presidente Barack Obama l’America è riuscita a superare quelle divisioni ereditate dal suo passato, la schiavitù e la guerra civile che ha spaccato in due il paese. Con il presidente Trump e la sua politica considerata divisiva il movimento “black lives matter” ha travalicato l’ambito comunitario dei neri per diventare un fenomeno sociale e politico ad ampio respiro. Il mondo osserva quanto sta succedendo nella superpotenza, ma la questione razziale, etnica, i rapporti con l’altro, lo straniero non riguardano solo la realtà americana. Razzismo e xenofobia riguardano, con le dovute sfumature molte altre realtà: dalla Francia, alla Svezia, all’Italia.  L’anniversario dell’iniziativa anti-stranieri Schwarzenbach, vero spartiacque nella storia svizzera consente anche una riflessione su come la questione è evoluta nel nostro paese. Se ne parlerà in un Moby Dick consacrato nella prima parte ad analizzare quanto succede oltre oceano, dall’ombra del razzismo alla violenza della polizia, e nella seconda a come la Svizzera ha affrontato e affronta la questione dell’altro, lo straniero, il lavoratore immigrato, il rifugiato.