Sudan, passo verso la pace: intesa (sulla Carta) tra militari e civili

Sudan_map.jpg

SUDAN - «Posso annunciare ai sudanesi, agli africani e all’opinione pubblica internazionale che le due delegazioni si sono pienamente accordate su un documento costituzionale». Il Sudan sembra pronto a uscire dal buio. Le parole di ieri di Mohamed El Hacen Lebatt, mediatore dell’Unione Africana (Ua), hanno gettato il primo raggio di luce. Dopo quattro mesi di grave instabilità politica, caratterizzata anche da indicibili episodi di violenza, i militari al potere e i rappresentanti della società civile hanno finalmen- te trovato un accordo sulla prossima Carta costituzionale. «I gruppi civili pro-democratici delle Forze per la libertà e il cambiamento (Ffc) e il Consiglio militare di transizione (Cmt) continueranno oggi con i colloqui – ha continuato Lebatt parlando davanti ai giornalisti –. Restano solo da finalizzare le questioni tecniche dell’accordo».

Migliaia di persone erano scese in piazza a festeggiare già venerdì sera quando si erano sparse le prime voci riguardo all’intesa tra le due fazioni. «Dopo 30 anni di dittatura militare avremo finalmente un governo civile – hanno commentato molti dei manifestanti –. Abbiamo vinto!». La nuova Costituzione dovrebbe essere firmata entro stasera, mentre la cerimonia con i dignitari regionali africani sarà organizzata il 16 agosto. Tale documento rappresenterà le fondamenta legali per il periodo transitorio che porterà il popolo sudanese verso le elezioni previste a ottobre 2022. Un tempo considerato dalle Ffc sufficiente affinché si spezzi la rete di legami politici forgiata durante il governo dell’ex leader, Omar el-Bashir. Il dittatore sudanese era salito al potere con un colpo di Stato nel 1989 ed è caduto allo stesso modo lo scorso aprile.

Sebbene i dettagli dell’accordo di condivisione del potere non siano ancora stati

rivelati, alcuni media hanno pubblicato una versione della bozza costituzionale. Nel documento si prevede «la formazione di un Consiglio sovrano, un Consiglio dei ministri e un Parlamento di 300 deputati. Inoltre – si legge nella bozza –, un militare sarà a capo del Consiglio sovrano per i primi 21 mesi, mentre un’autorità civile lo rimpiazzerà per i 18 mesi successivi». Le nomine dei ministri dell’Interno e della Difesa verranno gestite dai militari, il ruolo di primo ministro sarà invece responsabilità del movimento civile. Un altro importante punto della nuova Costituzione riguarda i famigerati servizi segreti locali e i violenti miliziani delle Forze paramilitari di supporto rapido (Rsf). «I primi dovranno rispondere al Consiglio sovrano e al Consiglio dei ministri – afferma Babikir Faisal, membro delle Ffc –. I secondi, accusati dei recenti massacri nel Paese, dovranno far riferimento all’esercito». Resta comunque scetticismo. «Per raggiungere questa intesa c’è stata una forte pressione proveniente da diversi attori – ha detto ieri Magdi el-Gizouli, analista sudanese –. Credo però sia ancora troppo presto per poter speculare su come l’accordo si tradurrà dalla teoria alla pratica».

Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 4 agosto 2019 © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tags: avvenire cronaca

Matteo Fraschini Koffi - Giornalista Freelance